IA e Compiti: Tra Sostegno e Sostituzione
L’intelligenza artificiale è sempre più presente nelle pratiche di studio dei ragazzi, ma fino a che punto è un sostegno e quando, invece, rappresenta un ostacolo? Ad ogni introduzione di nuove tecnologie si contrappongono due tendenze principali: tecnoentusiasti e tecnoscettici, o, come scriveva Eco, “apocalittici e integrati”. È necessario analizzare le diverse posizioni con spirito critico e rivolgersi alle ricerche scientifiche che indagano rischi e benefici. Le conclusioni delle ricerche sono spesso prudenti e suggeriscono che è bene sfruttare le opportunità, facendo attenzione a mitigare gli ostacoli. Ma come la usano veramente i ragazzi? Come trampolino o come (inconsapevole) ostacolo?
L’IA può essere utilizzata come tutor, come supporto, come spunto per idee creative, per creare immagini, modelli di presentazioni, di documenti, esempi di temi… I problemi nascono quando è impiegata in sostituzione dell’elaborazione personale. L’effetto della sostituzione integrale (“mi faccio svolgere i compiti dall’IA”) può portare alla pigrizia cognitiva: che si verifica quando lo studente si affida completamente ai risultati ottenuti e non li rielabora.

È importante che i ragazzi comprendano che lo strumento non può sostituire l’impegno personale. Quando qualcuno (o qualcosa) fa i compiti al nostro posto, l’apprendimento non si verifica; le informazioni non vengono rielaborate da noi e non vengono acquisite. Questo è un ostacolo all’apprendimento.
L’intelligenza artificiale è utilizzabile con profitto, a patto di essere in grado di riconoscerne pregi e difetti. Personalmente utilizzo l’intelligenza artificiale anche per sperimentare e trovare nuovi modi per aiutare i ragazzi, ma rielaboro quanto proposto e controllo le fonti. A questo proposito ho analizzato con Perplexity alcuni documenti e ho chiesto di preparare un vademecum per l’uso consapevole dell’IA, lo potete trovare qui https://www.apprendiamo.com/risorse-ia/.
Come professionista ho il dovere di saper utilizzare questi strumenti, di riflettere e di progettare percorsi che possano accompagnare i ragazzi a sviluppare le loro competenze.
Il mio pensiero va a quei ragazzi che non si sentono capaci, con impotenza appresa, scarsa autostima e percezione di sè negativa: come si sentono quando sono soli di fronte ad un tool che apparentemente sembra essere intelligente o più capace di loro?
Per approfondire:
Darvishi, A., Khosravi, H., Sadiq, S., Gašević, D., & Siemens, G. (2024). Impact of AI assistance on student agency. Computers & Education, 210, 104967. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360131523002440
Lavanga, A., Mori, G., De Santis, A., & Baldini, R. (2024). Rischi e impatti psicologici della dipendenza dall’AI nelle nuove generazioni: una revisione narrativa della letteratura. Education Sciences & Society: 2, 2024, 355-370.
Sallai, D., Cardoso Silva, J., & Barreto, M. (2024). Approach Generative AI Tools Proactively or Risk Bypassing the Learning Process in Higher Education. Available at SSRN 4886015.
Udeh, C. G. (2025). The role of generative AI in personalized learning for higher education. World Journal of Advanced Engineering Technology and Sciences, 14(2), 205-207.